I Millennial stanno abbandonando i social?

Ciò che appare ormai come un’evidenza, è il fatto che il mondo del web negli ultimi due anni stia sperimentando una netta rivoluzione.
Un ruolo di prim’ordine, in tutto questo, è ricoperto senza dubbio dall’avvento di Realtà Virtuale, Realtà Aumentata e Intelligenza Artificiale, la cui influenza sta cambiando radicalmente il modo di comunicare e di relazionarci alla tecnologia digitale.
I Social Media sono senza dubbio una delle più importanti cartine tornasole in grado di rendere evidente questo cambiamento, che si sta esprimendo anche attraverso un “calo dell’entusiasmo” da parte di uno specifico segmento generazione: i Millennial. In questo articolo cercheremo di analizzare la questione da diversi punti di vista, con la consapevolezza che si tratta di un tema che chi lavora nel web è tenuto a considerare.
Come stanno cambiando i Social Media?
É ormai passato più di un anno da quando Elon Musk ha assunto il controllo di Twitter - cambiandone il nome in X - e ne ha rivoluzionato le dinamiche e le modalità di utilizzo.
Senza sprecarci in previsioni azzardate, pare che l’intervento dell’imprenditore multimilionario non abbia giovato alla piattaforma, che se per lungo tempo ha rappresentato un moderno esempio di analisi e conversazioni in tempo reale su tutto ciò che stava accadendo attorno a noi, oggi appare solo una pallida ombra di sé stessa.
Assieme al mutamento di Twitter, è importante considerare anche che piattaforme come Instagram e Facebook stanno offrendo un’esperienza sociale radicalmente diversa.
Si tratta di un cambiamento incentivato dall’introduzione di abbonamenti a più livelli, dalla controversa questione legata alla privacy e dalla recente introduzione dell’AI generativa, senza contare la disinformazione diffusa che da qualche anno non ha fatto altro che confondere gli utenti rispetto all’autenticità dell’esperienza stessa.
Marlon Twyman, lo scienziato dell’USC Annemberg School for Communication and Journalism, ha definito questo fenomeno “l’apparenza della connessione sociale”.
Secondo Twyman, all’interno dei Social si sta assistendo a una diminuzione della complessità delle relazioni umane: egli afferma che il feedback dell’esperienza digitale si è spostato su metriche legate al “like”, alle condivisioni e alle visualizzazioni, e questo ha generato una trasposizione dello stesso modo di interpretare sé stessi sui Social anche in contesti in cui vi sono obiettivi collettivi o comuni per un gruppo più ampio.
Essenzialmente, i Social ci stanno portando a concentrarci sui feedback legati alla nostra immagine e non al nostro sé reale, generando una logica sofferenza legata alla dipendenza dal giudizio altrui. Ciò non fa altro che generare sofferenza.
Quest’ultima si può riscontrare in particolare in quel segmento di nati tra la metà degli anni ’80 e la metà degli anni ’90, dove l’esperienza digitale è divenuta preponderante ma allo stesso tempo non rappresenta un fattore presente sin dalla nascita.
É proprio il ricordo di “ciò che era e che non sarà più” a generare un calo dell’entusiasmo nei confronti dei Social Media da parte dei Millennial.
Il rapporto dei Millennial coi Social Media
Secondo una ricerca di tre anni fa condotta dalla società di consulenza Deloitte, nel 2021 il 22% degli italiani aveva smesso di utilizzare i Social.
Oggi, pare che questo dato sia in aumento, in particolare nella fascia d’età compresa tra i 27 e i 42 anni, ossia quella dei Millennial.
Si tratta proprio di quella generazione che per prima si è adattata al cambiamento da analogico a digitale, partecipando al passaggio da walkman a Spotify, dal primordiale MSN a Whatsapp, e che ha “inaugurato” l’epoca dei Social con Facebook.
Oggi - l’abbiamo già detto in precedenza - molte cose sono cambiate nel mondo dei Social Network.
Quella che un tempo era considerata dai Millennial una comfort zone in cui socializzare e creare nuove comunità digitali accomunate da interessi e intenti, oggi si sta delineando come una realtà dominata da logiche commerciali e presto incentrata sull’immersività visiva o sugli automatismi legati all’Intelligenza Artificiale.
In questo contesto sono proprio i Millennial - seguiti a ruota dalla Gen Z - a sentirsi spaesati e, probabilmente, demotivati, mostrandosi sempre meno interessati ad essere presenti in tutte le piattaforme.
Facebook e Instagram continuano a dominare tra i Millennial
Appurata quella che ad oggi pare semplicemente essere una tendenza e nulla più, è importante ricordare che i Millennial continuano ad essere molto attivi sia su Facebook che su Instagram.
Il primo, a livello mondiale, vanta una maggioranza degli utenti di età compresa tra i 25 e i 35 anni mentre nel secondo la media d’età è di poco più bassa.
Ci viene da chiederci, nel caso in cui nel giro di qualche anno vi sia un reale abbandono dei Social da parte dei Millennial, se saranno proprio loro ad aprire nuove strade nell’utilizzo di piattaforme alternative, come accadde agli inizi degli anni 2000.
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Nel frattempo, è importante continuare ad osservare i movimenti e i cambiamenti che negli ultimi anni stanno caratterizzando il mondo del Digital. Per farlo, diviene utile anche affidarsi a professionisti che vivono il mondo del web dall’interno, e che ne monitorano i continui flussi di tendenza.
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