Retrogaming e immagini vintage: quando il digitale “guarda indietro”

Il sovraccarico di dati e informazioni a cui la nuova era digitale ci sta sottoponendo, sta determinando una sempre crescente ricerca di nuovi stimoli che trasmettano alle persone quella sensazione di “novità” che ormai sembra sempre più difficile incontrare.
Tutto appare già visto e già sentito, e quando finalmente ci troviamo di fronte a una reale innovazione, in poco tempo essa diventa di pubblico dominio e rapidamente esaurisce la sua capacità di stupire veramente.
Di fronte a questo scenario, viene naturale comprendere come una tendenza sempre più diffusa sia quella di guardarsi indietro per provare la sensazione che il tempo non fugga alla velocità della luce come oggi.
Ciò avviene in svariati ambiti. Pensiamo ad esempio a quello della musica con il rinato interesse per il vinile, oppure a due fenomeni che hanno a che fare col mondo del digitale: il retrogaming e il ritorno alle vecchie fotocamere digitali.
Fotocamere digitali: una nuova tendenza della Gen Z
Una tendenza che si è recentemente diffusa all’interno di un’ampia cerchia degli appartenenti alla Generazione Z è quella di ritornare alla diffusione di immagini scattate con vecchie fotocamere digitali che hanno visto un’ampia diffusione all’inizio degli anni 2000.
Le foto scattate con questi dispositivi “vintage” hanno iniziato - ormai da almeno un anno - a diffondersi in maniera sempre più massiva all’interno dei social maggiormente presidiati dai nati tra la metà degli anni ’90 e il 2010 come Instagram e TikTok.
Questo fenomeno pare rispondere a un’esigenza sempre più diffusa tra i giovanissimi di “staccare il cordone ombelicale” dallo smartphone, strumento con cui sono nati e che hanno iniziato a percepire come limitante.
Alla base, come riporta Brielle Saggese (Lifestyle Strategist per WGSN Insight), pare esserci anche una sempre crescente necessità di conferire una maggiore autenticità alle proprie immagini, assieme al ribaltamento dell’estetica che vorrebbe i propri device silenziosamente integrati all’ambiente circostante.
Pare trattarsi, comunque, di una tendenza in crescita costante, come testimoniano i dati che dal 2021 hanno visto aumentare la ricerca online di fotocamere digitali come la Nikon COOLPIX del 90%.
Immagini di qualità inferiore, ma più personali
É indiscutibile che le immagini scattate con fotocamere digitali dei primi anni 2000 posseggano una qualità inferiore rispetto a quelle scattate con qualsiasi smartphone di ultima generazione.
Tuttavia, nonostante l’oggettiva inferiorità in termini di megapixel, il carattere tutt’altro che patinato delle fotografie, la svoraesposizione, le tonalità che tendono al fucsia, e magari anche la data riportata in giallo nell’angolo in basso, conferiscono un carattere e una personalità di cui pare esserci una grande necessità.
Le fotografie, quindi, rappresentano forse l’espressione di un’esigenza sempre più diffusa tra i giovani di staccarsi da una sorta di “asettica perfezione” che sembra togliere, più che dare.
Il retroagaming come ricerca di leggerezza e divertimento
Se è sempre più ampia la cerchia di persone che sembra orientata ad affidarsi a esperienze tecnologiche più basilari ed essenziali, questa riguarda anche il folto pubblico dei gamers.
Molti fruitori di videogiochi, infatti, sembrano sempre più attratti dal recupero di vecchi personal computer, consolle e videogames appartenenti a vecchie generazioni (prevalentemente legati agli anni ’80, epoca che segna la "Golden Age" del gaming).
Nel fenomeno del retrogaming, tuttavia, sono inclusi anche tutti quei giochi creati di recente ma che recuperano quell'estetica “retrò” che ricalca fedelmente grafica, gameplay, contenuti e meccanica appartenenti ai predecessori.
Viene da chiedersi, in un mondo in cui l’industria dei videogiochi segue - e in buona parte determina - il velocissimo sviluppo tecnologico, cosa porti molte persone ad allontanarsi dalle esperienze di intrattenimento offerte da Realtà Virtuale, Realtà Aumentata, e Metaverso, per prediligere un evidente “back in the days”.
Il motivo pare essere collocabile in una percezione differente del concetto di divertimento.
Infatti, se l’esponenziale velocità con cui l’innovazione tecnologica avanza ci pone davanti a esperienze che mai avremmo immaginato, una diffusa percezione pare essere quella di subirne l’eccessiva pressione.
É come se si rifiutasse l’idea di intendere l’intrattenimento come esperienza totalizzante - talmente immersiva da sostituire la vita reale - e invece si preferisse intenderlo come momento di svago e “pausa” da una realtà, che però deve mantenere i suoi solidi e ben delineati confini.
La tecnologia come forma di nostalgia
I due esempi citati all’interno di questo articolo, ci pongono davanti a un evidente stato emotivo che pare si stia diffondendo sempre di più tra le due categorie generazionali prese in esame (la Gen Z e i Millennials): la nostalgia.
Con questo termine ci riferiamo a uno stato emotivo “misto” in cui emozioni positive (gioia ed euforia) e negative (tristezza e mancanza) convivono e vengono evocate assieme attraverso il ricordo di qualcosa di passato.
Ma perché si prova la necessità di richiamare il passato? Probabilmente, osservando le più recenti evoluzioni della società, questo desiderio nasce dall’esigenza di trovare un antidoto alla solitudine e all’esclusione sociale.
Si tratta essenzialmente di riportare alla mente, attraverso esperienze concrete (come giocare a un videogame o utilizzare una vecchia fotocamera digitale), un mondo in cui le relazioni con gli altri erano più significative, e un joypad condiviso era solo una parentesi a una partita di pallone al parco sotto casa.
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Siamo convinti che un “ritorno al passato” non debba rappresentare un rifugio nostalgico per fuggire da un mondo che non si ama, quanto piuttosto un mezzo per recuperare un’estetica affascinante e oggi molto attuale.
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